il nuovo piano transizione 5.0 studio moscatelli commercialisti

Piano Transizione 5.0

Tempo di lettura: 3 minuti
Picture of Dott. Mario Mastromarino

Dott. Mario Mastromarino

Piano Transizione 5.0

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto-legge Pnrr che da l’avvio al nuovo “Piano Transizione 5.0” che introduce nuovi crediti d’imposta destinati alle imprese che effettuano investimenti in “digitalizzazione” e “transizione green”.

I fondi disponibili sono di circa 6,3 miliardi di euro, che si sommano ai 6,4 miliardi di euro già allocati dalla “Legge di bilancio 2024”, raggiungendo quindi una dotazione complessiva di circa 13 miliardi di euro per il biennio 2024-2025.

Chi può accedere alle agevolazioni

Il credito d’imposta viene riconosciuto alle imprese di qualsiasi forma giuridica, e indipendentemente dalle dimensioni, nonché dal settore di appartenenza o dalla sua ubicazione, a condizione che gli investimenti consentano la riduzione del consumo energetico dell’unità produttiva di almeno il 3% (o del 5% se riferito al processo investito).

Quali sono gli investimenti agevolati

I crediti d’imposta saranno riconosciuti per le seguenti spese:

  1. acquisto di beni strumentali materiali (es. macchine utensili, robot, magazzini automatizzati ecc.) e immateriali (es. software) nuovi tecnologicamente avanzati e interconnessi ai sistemi di fabbrica, di cui agli allegati A e B annessi alla “Legge di bilancio 2017” (Legge 11 dicembre 2016, n. 232) che aveva definito il “Piano Industria 4.0” ossia i cd “beni ipertecnologici”;
  2. acquisto di beni necessari all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili;
  3. spese per la formazione del personale dipendente finalizzate all’acquisizione o al consolidamento di competenze nelle tecnologie per la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi.

Misura del credito d’imposta

Fermo restando il requisito dell’interconnessione al sistema di gestione della produzione aziendale, e nel rispetto dell’ulteriore obiettivo della riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva pari almeno al 3% (o del 5% per i processi interessati dall’investimento), il credito d’imposta spettante sarà pari al:

  • 35%, per gli investimenti fino a concorrenza dell’ammontare di 2,5 milioni di euro;
  • 15%, per gli investimenti che eccedono i 2,5 milioni di euro e fino a concorrenza dell’ammontare di 10 milioni di euro;
  • 5%, per gli investimenti che eccedono i 10 milioni di euro e fino a concorrenza del limite massimo dei costi ammissibili pari a 50 milioni di euro per anno per impresa beneficiaria.

Alle aliquote ordinarie del credito d’imposta Transizione 5.0 si affiancano le percentuali maggiorate in caso di risparmi energetici superiori alla soglia del 3% o del 5%.

In particolare, il credito d’imposta riconosciuto alle imprese che conseguono un risparmio energetico della struttura produttiva superiore al 6% (o del 10% per i processi interessati dall’investimento) è incrementato nelle seguenti misure:

  • 40%, per gli investimenti fino a concorrenza dell’ammontare di 2,5 milioni di euro;
  • 20%, per gli investimenti che eccedono i 2,5 milioni di euro e fino a concorrenza dell’ammontare di 10 milioni di euro;
  • 10%, per gli investimenti che eccedono i 10 milioni di euro e fino a concorrenza del limite massimo dei costi ammissibili pari a 50 milioni di euro per anno per impresa beneficiaria.

Modalità di fruizione del credito d’imposta

Per fruire del credito viene concessa la possibilità di compensazione tramite il modello F24 in un’unica rata entro il 31 dicembre 2025. L’eventuale eccedenza non compensata entro il 31 dicembre 2025 potrà essere dilazionata in cinque rate annuali di pari importo.

Il risparmio energetico dovrà essere certificato da valutatori indipendenti, chiamati ad attestare:

  1. ex ante, la riduzione dei consumi energetici conseguibili tramite gli investimenti;
  2. ex post, l’effettiva realizzazione degli investimenti conformemente a quanto previsto dalla certificazione ex ante e l’avvenuta interconnessione dei beni al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura.

Per le piccole e medie imprese, le spese sostenute per la certificazione necessaria ai fini della fruizione del credito d’imposta possono essere calcolate in aumento del credito d’imposta per un importo non superiore a 10.000 euro.

Inoltre la fruizione del credito d’imposta è subordinato al rilascio di un’apposita certificazione da parte del soggetto incaricato alla revisione legale dei conti.

L’attestazione dovrà accertare l’effettivo sostenimento delle spese documentate dalle fatture e la corrispondenza delle stesse alla documentazione contabile predisposta dall’impresa.

Per le imprese non obbligate per legge alla revisione legale dei conti, la certificazione è rilasciata da un revisore legale dei conti o da una società di revisione legale dei conti, iscritti nella sezione A dell’apposito registro e il costo sostenuto viene riconosciuto in aumento del credito d’imposta per un importo non superiore a 5.000 euro.

Si resta in attesa della pubblicazione di 2 decreti attuativi che disciplineranno le modalità operative di accesso alle agevolazioni introdotte.

Condividi questo articolo su:

Vuoi saperne di più sull'argomento?

richiedi maggiori info qui