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Auto aziendali uso promiscuo 2025

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Dott. Mario Mastromarino

Auto aziendali uso promiscuo 2025 ai dipendenti

Assonime è intervenuta con la circolare n. 7 del 3 aprile 2025 chiarendo i numerosi dubbi interpretativi sorti in merito alla nuova disciplina dei fringe benefit legati alle auto aziendali concesse in uso promiscuo ai dipendenti. Le novità sono state introdotte dalla Legge di Bilancio 2025 (L. 207/2024) che ha modificato l’art. 51, comma 4, lett. a) del TUIR, con decorrenza dal 1° gennaio 2025.

Il criterio del legislatore

Il criterio precedentemente adottato – basato su una soglia di emissioni di CO₂ – è stato sostituito da una classificazione per tipologia di alimentazione, che modifica radicalmente le percentuali di imponibilità del benefit.

Le nuove aliquote da applicare alla percorrenza convenzionale di 15.000 km annui, moltiplicata per i costi chilometrici ACI, sono le seguenti:

  • 50% per veicoli a combustione interna tradizionale e ibridi mild o full (non plug-in);
  • 20% per veicoli ibridi plug-in;
  • 10% per veicoli totalmente elettrici a batteria.

Assonime sottolinea che questo nuovo approccio, sebbene ispirato a criteri ambientali, penalizza veicoli ibridi efficienti come i mild e full hybrid, che fino al 2024 erano tassati secondo la soglia di emissioni (e spesso in misura inferiore al 50%).

Inoltre, viene segnalata una zona grigia normativa per i veicoli a celle a combustibile (FCEV), la cui inclusione tra i beneficiari delle aliquote agevolate non è esplicitamente chiarita dalla norma.

Criticità sulla disciplina transitoria

Una delle maggiori incertezze riguarda la mancanza di una disciplina transitoria. La Legge di Bilancio, infatti, non stabilisce espressamente se e come debba essere trattato il fringe benefit per le auto:

  • già immatricolate alla data del 31 dicembre 2024;
  • assegnate con contratti precedenti al 1° gennaio 2025.

Assonime propone un’interpretazione coerente con quanto indicato nella Risoluzione n. 46/E del 2020, secondo la quale il nuovo regime si applicherebbe solo se:

  1. La stipula del contratto e l’assegnazione del veicolo avvengono dal 1° gennaio 2025;
  2. Il veicolo non sia stato immatricolato in data antecedente.

In base a questo principio, le assegnazioni precedenti al 2025 (anche se proseguono oltre tale data) resterebbero soggette al vecchio regime, basato sulle fasce di emissione CO₂ e sul calcolo progressivo in tre scaglioni (fino al 60%).

Raccomandazioni operative per le aziende

Alla luce delle novità introdotte e dell’incertezza su alcuni punti chiave, le aziende sono invitate a:

  • Monitorare attentamente i contratti in essere e le nuove assegnazioni di veicoli aziendali, con attenzione alla data di immatricolazione;
  • Valutare l’impatto del nuovo regime fiscale nella definizione delle car policy aziendali, privilegiando veicoli che rientrano nelle fasce più favorevoli;
  • Fornire informazione chiara ai dipendenti sull’evoluzione normativa e sugli effetti sul proprio reddito imponibile;
  • Includere, nei contratti di assegnazione, clausole esplicite sulla disciplina fiscale applicabile, tenendo conto delle tempistiche e della natura del veicolo.

Conclusione

Il nuovo assetto normativo rappresenta un tentativo di indirizzare le politiche aziendali verso una maggiore sostenibilità ambientale, ma pone sfide interpretative e operative che richiedono attenzione e aggiornamento costante. In attesa di ulteriori chiarimenti da parte dell’Agenzia delle Entrate, si suggerisce di adottare un approccio prudenziale, documentando le assegnazioni e valutando caso per caso l’applicabilità del vecchio o del nuovo regime.

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